sabato 3 ottobre 2009

Boule de Suif

Dedico questa pagina alle tante "Boule de Suif" che alimentano il fuoco fatuo dell'informazione in Italia, dedico queste righe ai benpensanti, quelli che sdegnosamente alzano il sopracciglio, quando una puttana "esce" dalla riservatezza della camera d'albergo a cinque stelle ed entra "inopportunamente e spudoratamente" nel nuovo televisore al plasma del salotto buono.
Un omaggio spassionato allo splendido racconto di Guy de Maupassant, un autore così geniale e lungimirante da prevedere che a distanza di oltre cento anni, la "società evoluta" del XXI secolo, avrebbe messo sulla graticola un'altra Boule de Suif, dando una pacca sulla spalla al solito "ufficiale prussiano".
La trama è semplice, lineare, magari a qualcuno verrà in mente un'altra storia di attualità, a me è successo, sono grata all'inutile "informazione italiana" per essere riuscita(inconsapevolmente ovvio!)nell'impresa di rimettere in moto la mia memoria letteraria e la mia voglia di scrivere quattro righe.
La Francia nel 1870 patisce l'oppressione prussiana, una diligenza in fuga verso il porto di Le Havre, un gruppo eterogeneo di viaggiatori, gente "comme il faut", nobili surgelati, borghesi rampanti, intellettuali inetti, suorine palpitanti e infine lei, l'imprenditrice della sua vagina.
Percorso lungo e impervio, neve e freddo rallentano il viaggio, la fame attanaglia la pancia di tutti, nessuno ha cibo, ma "lei" sì, la tonda cocotte ha di che sfamare i compagni di viaggio, i quali, dopo essersi rifocillati tornano ad ignorarla diligentemente.
La tragedia: la carrozza si ferma per la notte presso un hotel, un ufficiale prussiano "accoglie" la compagnia sfoderando una sciabola e intima l'arresto non previsto del viaggio...passano i giorni e si intravede una speranza, l'ufficiale prussiano vuole qualcosa per lasciarli andare, vuole "lei". La piccola Boule de Suif è sì una puttana, ma no, con il nemico non vuole vendersi, ama il suo paese, odia l'oppressore, non ha nessuna intenzione di concedersi al prussiano...miracolo, la sua condotta viene elogiata, il suo patriottismo la eleva a essere umano, Boule de Suif è orgogliosa e grata per tutto ciò...ma la carrozza è ferma, il viaggio non prosegue, tutti, ma proprio tutti, snervati dalla situazione, chiedono a "mademoiselle Roussot" di sacrificarsi.
Mademoiselle Roussot con il cuore straziato si sacrifica...il giorno dopo si riparte, l'allegra brigata è sollevata, la meta è vicina, nessuno bada più a "lei", il caso è archiviato.
Boule de Suif è tornata nell'angolino, disprezzata come e più di prima, il suo pianto non commuove nessuno, è solo la conferma della sua condotta indegna.
Le Havre è vicina, si canta la Marsigliese tenendo i piedi al caldo, in sottofondo le lacrime e i singulti di "Boule de Suif" scandiscono l'inno alla libertà, alla fratellanza e all'uguaglianza.

Quanta dignità viene svenduta per sè e quanta invece per spianare la strada di altri?
Quante "Boule de Suif" dovranno ancora alimentare la fame di "false notizie" date in pasto ai porci benpensanti?
Quanti si sentiranno ancora nella posizione di giudicare "Boule de Suif" e quanti si ricorderanno dell'ufficiale prussiano?